Un decennio terribile iniziato con lo tsunami in Giappone e finito con il Covid-19. In mezzo la scomparsa di David Bowie, Lou Reed, Aretha Franklin, Prince, Amy Winehouse, Morricone, Pino Daniele, Dalla, Chuck Berry, Dave Brubeck, Ornette Coleman e tanti altri. Ecco i titoli e gli artisti da ri-suonare, ri-ascoltare, ri-amare

Tre artisti più che maturi e affermati testimoniano inesausta creatività e collocano il jazz italiano in un contesto internazionale. Roma di Enrico Rava (Ecm, 2019) è un eccellente recital con un quartetto «tutte stelle», tra cui Joe Lovano. In Three Concerts. Live at the Auditorium Parco della Musica (PdM, 2015) il pianista Franco D’Andrea dialoga con Dave Douglas e Han Bennink, si esibisce in solo e con il suo settetto, sempre a livelli stratosferici. I cinque cd di Cinquant’anni suonati (L’Espresso/Tuk, 2012) mostrano la poetica di Paolo Fresu in un viaggio reale e globale che unisce collaborazioni sonore, mondo e Sardegna. Giovanni Falzone, trombettista e compositore, è tra i protagonisti del decennio per partnership e progetti, ad esempio la sua vitalissima rilettura del free in Around Ornette (Parco della Musica, 2011). Antonio Apuzzo, polistrumentista, produce da anni album originalissimi, come Musiche insane (Alfa Music, 2020), una suite che unisce jazz e poesia in una lucida visione distopica. La poliedrica Maria Pia De Vito, ha realizzato tra i tanti validi progetti Core (Coração) (ViaVeneto Jazz, 2017), matrimonio felice tra Brasile e Napoli. Ada Montellanico omaggia e attualizza la figura militante di Abbey Lincoln in Abbey’s Road (Incipit, 2017). È un autentico documentario sonoro The Beat Goes On (Candid, 2014), realizzato dalla vocalist e compositrice Elisabetta Antonini: un «urlo» di libertà. Il settetto Dinamitri Jazz Folklore dà vita a una suite contemporanea, arcaica e archetipica in La società delle maschere (Rudi, 2012). La longeva Lydian Sound Orchestra, diretta da Riccardo Brazzale, si distingue per We Resist! (PdM, 2018), «un impegno a resistere al disimpegno» coniugato in splendide note tra Max Roach e Bobby Sands.

Fonte: https://ilmanifesto.it/2011-2020-i-dischi-resistenti/
Scritto da: Luigi Onori